Abd al Rahmân Jâmi. Personalità fra le più eminenti nel panorama letterario della Persia classica, gli storici lo ricordano come l’ultimo dei grandi nomi dell’età aurea, e insieme come una delle figure più dotate e geniali - Abd al-Rahmân Jâmi (817/1414 - 898/1492) ha inoltre un posto a sé stante, per la sua statura di spirituale e di mistico. Un interesse profondo per la ricerca, e un grande amore per i sapienti della via sufica segnarono fin dalla giovinezza la sua vita, plasmando in lui uno spirito assorto, autonomo e alieno dai compromessi, tanto che i biografi riconoscono in lui l’ideale nezamiano del poeta che rifugge l’adulazione dei potenti e si fa strada per i suoi meriti.
Vissuto in ambiente di corte - in particolare, a quella timuride di Herat, sotto il governo del sultano Hoseyn Bayqara ( 1469-1506 ) - celebrato dai suoi contemporanei, Jâmi non trascurò mai il perfezionamento della conoscenza e del carattere: l’affiliazione alla confraternita Naqshbandi, della quale divenne maestro (shaykh) e di cui celebrò spesso le virtù, fu il segno tangibile della sua profonda dedizione spirituale.